Ornette Coleman – Skies Of America (Columbia, 1972)
Anche se Coleman non fu soddisfatto appieno del risultato finale di questo disco, in quanto non ebbe nemmeno il tempo di provare con l’orchestra se non dopo alcune brevi messe a punto, questo album è una pietra miliare dell’improvvisazione e della musica moderna in generale. Lui, che cercava sempre di far qualcosa di diverso con incisioni curatissime e dai titoli avveniristici come “ Change Of The Century” ( Il cambiamento del secolo ), “ Shape Of Jazz To Come “ ( La forma del jazz che verrà ) oppure “ Something Else “ ( Qualcos’altro ) fatto entrare in fretta e furia in uno studio di registrazione con il tempo contato per metter in pratica quel credo sul quale ha costruito l’intero suo sistema musicale chiamato “ harmolodic system “. Con questo sistema il musicista pone sullo stesso piano le relazioni tra melodia, ritmo e armonia, elementi che in altre musiche non sono mai paritari, uno ha sempre la meglio sugli altri. Coleman cerca di parificarli andando all’essenza del materiale musicale, contemplando il tutto e non privilegiandone solo un aspetto. In questo modo, ritmo, melodia e armonia si allineano e si sviluppano contemporaneamente secondo l’intenzione più adatta a quel momento. Il musicista spiega il perché non si deve modificare un certo approccio secondo accordi predeterminati, secondo tonalità o una chiave. L’intonazione deve essere un fatto naturale, non fatto preordinato. Perché devi leggere in chiave di sol? Devi leggere secondo il desiderio del momento, in modo che l’approccio sia spontaneo, avvicinarti alla musica secondo la tua chiave naturale, solo così si potrà improvvisare spontaneamente. “ Skies Of America “ si sviluppa su questi concetti. 21 movimenti in cui l’improvvisazione diventa composizione istantanea, ovvero autentica improvvisazione naturale. La London Symphony Orchestra che segue le traiettorie del suo sax contralto, mentre la batteria in completa libertà ritmica sottolinea il polso di una fase nuova, nonostante certi sapori che potrebbero far pensare, per il cozzarsi di frasi diverse, alle composizioni di Charles Ives e Bèla Bartòk. L’aggressiva “ The Silver Screen “, le emozionanti “ Love Life “ e “ Sunday in America “ o la bellezza di “ The Men Who Live In The White House “ sono caposaldi di un sistema musicale tra i più intelligenti ed originali nella storia della musica contemporanea.
Mauro Ronconi
Personnel: Ornette Coleman (alto saxophone); David Measham (conductor); London Symphony Orchestra.
Tracks: 1. Skies of America 2. Native Americans 3. Good Life, The 4. Birthdays and Funerals 5. Dreams 6. Sounds of Sculpture 7. Holiday for Heroes 8. All of My Life 9. Dancers 10. Soul Within Woman, The 11. Artists in America, The 12. New Anthem, The 13. Place in Space 14. Foreigner in a Free Land 15. Silver Screen 16. Poetry 17. Men Who Live in the White House, The 18. Love Life 19. Military, The 20. Jam Session 21. Sunday in America
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